Storia

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La presenza a Noto di rinomate scuole e di un moderno impianto sportivo fu sicuramente un impulso per la diffusione degli sport moderni. Finita la Grande Guerra, infatti, i giovani netini erano soliti riunirsi in vari circoli sportivi: fra questi, particolarmente rilevante era l’Unione Sportiva Notinese, inizialmente dedita al solo ciclismo.
 
Le prime compagini netine risalgono probabilmente alla metà degli anni Venti. Nel 1933 una compagine denominata semplicemente Noto figura fra le partecipanti al Campionato provinciale e, in seguito, ai nastri di partenza di un campionato ULIC. Nel 1944 un altro sodalizio, la Società Sportiva Notinese, disputò due partite nel Campionato siciliano, ritirandosi il 18 febbraio 1945 per il perdurare delle atrocità belliche.
 

Il primo ciclo. Notinese e Noto Ducezio

Foto tratta dalla collezione di Francesco Testa

Nel 1946 l’Unione Sportiva Notinese, capeggiata da Giovanni Di Lorenzo, iscrisse la propria formazione calcistica al campionato regionale di Prima Divisione e ne ottenne il ripescaggio in Serie C per l’anno successivo.
La squadra netina, affidata a Magistro nel doppio ruolo di allenatore e giocatore, concluse il suo primo ed unico anno nella terza serie nazionale al tredicesimo posto, che in virtù della riforma dei campionati le assicurò la partecipazione al successivo campionato di Promozione. 
Nel neocostituito campionato interregionale, equivalente dell’attuale Serie D, la Notinese rimase per quattro stagioni, dal 1948 al 1952: al termine dell’ultima, l’ennesima riforma dei campionati condannò gli uomini allenati dall’ex-milanista Attilio Kossovel, settimi in classifica, alla retrocessione nella nuova Promozione regionale.
Nel 1954, in una crescente spirale di crisi e di avvicendamenti societari (il timone passò prima ad Ugo Cordeschi, poi al Principe di Villadorata), il sodalizio netino sprofondò in Prima Divisione, dove concluse la stagione 1954-1955 in tredicesima posizione. Rilevato da Giovanni Tropiano, che ne cambiò la denominazione in Noto Ducezio, nelle successive quattro stagioni sfiorò più volte il ritorno in Promozione. La mancata iscrizione al campionato 1959-1960 pose fine a tredici anni di attività sportiva.

Foto tratta dalla collezione di Francesco Testa

La parentesi Mignosi

Nel 1960, ai nastri di partenza del campionato di Seconda Categoria figurava la Mignosi, compagine della parrocchia della Madonna del Carmine che suscitò le attenzioni dei vecchi dirigenti di Notinese e Noto Ducezio, interessati a rilevarla per rilanciare il calcio netino. Il progetto, tuttavia, fallì prima di cominciare. La formazione parrocchiale, costituita da atleti locali, pose fine alla sua esperienza nei campionati agonistici collezionando solo otto punti e due rinunce.
 

L’ascesa e il declino della Netina

Foto tratta dalla collezione di Francesco Testa

La vera rinascita del calcio nella città barocca avvenne solo nel 1963, anno in cui Giovanni Tropiano fondò l’Unione Sportiva Netina. Conclusa la prima stagione in seconda posizione, dietro solo alla corazzata Rosolini, la nuova compagine granata vinse il campionato nel 1965 quando, sul neutro di Palazzolo, con le reti di Caziero e Morana ebbe la meglio sul Modica nello spareggio per la conquista della Prima Categoria. Tre anni dopo, nel 1968, con il colpaccio in casa del Milazzo (1-0, rete di Vecchio) gli uomini di Vittorio Corrao si aggiudicarono il più volte sfiorato ritorno in Serie D.
Il 22 settembre 1968, sul campo del Terranova Gela, i granata fecero il loro esordio in Serie D con un nuovo presidente, Giovanni Lo Presti, e un nuovo tecnico, Eliseo Lodi. Fu una stagione di alti e bassi, che la Netina concluse in quattordicesima posizione salvandosi con diversi turni d’anticipo.
La sempre più traballante situazione societaria intaccò il campionato 1969-1970, concluso con la retrocessione. A nulla servì il ripescaggio: la stagione successiva fu, se possibile, ancor più disastrosa di quella precedente, e a nulla servì l’avvicendamento in panchina fra Di Pietro e D’Angelo.
Ripianata la crisi in seno alla società, il cui timone passò nelle mani di Salvatore Adamo, la Netina sfiorò il ritorno in Serie D tanto nel 1972 quanto nel 1973. La stagione 1973-1974 non cominciò sotto una buona stella, con l’ennesima crisi societaria che fece piombare i granata in Seconda Categoria. Il contributo di Corrado Lo Monte evitò in extremis la radiazione, ma fu il preambolo di uno dei periodi più neri del calcio a Noto, nel quale il sodalizio netino fu martoriato da continui cambi di proprietà, crisi e retrocessioni.

La Netina di Ettore Trevisan, stagione 1969-1970

L’Unione Sportiva Noto

Nell’estate del 1980 Netina e Franco Mola – altra storica formazione di Noto – decisero di unire le forze: nacque l’Unione Sportiva Noto. L’obiettivo del ritorno ai vertici del calcio regionale che la nuova società si era preposta, tuttavia, non si trasformò mai in realtà, con la Noto calcistica che rimase relegata nell’anonimato della Seconda Categoria.
L’ingresso in società dell’imprenditore Giuseppe Finocchiaro pose fine ad un quindicennio di crisi: nel 1989 il Noto tornò in Prima Categoria e nel 1991, trascinato dalle reti del bomber Salomone e dalle prime apparizioni dei Fedelissimi in un acceso duello con i cugini-rivali dell’Avola, approdò in Promozione. La riforma dei campionati dilettantistici, tuttavia, declassò proprio in quell’anno la Promozione al secondo livello regionale, stesso livello che capitan Gargano e compagni credevano di essersi lasciati alle spalle. Un avvio stentato negò agli uomini di Scala il salto in Eccellenza nel 1992, mentre le successive tre stagioni - fra viavai di allenatori e giocatori - non consentirono ai granata di raggiungere obiettivi ambiziosi. Nel 1995, al termine di una stagione disastrosa, il Noto scivolò in Prima Categoria. Nell’anno successivo l’ennesimo campionato scadente culminò con la retrocessione in Seconda Categoria, le dimissioni di Finocchiaro e l’ennesima crisi societaria.
 

Gli anni Duemila e il ritorno in Serie D

Squadra esultante al termine di Noto - Camaro. Foto di Salvatore La Marca

Un nuovo tentativo di rilancio cominciò nel 2001, con l’approdo in Prima Categoria solo sfiorato sul campo e conquistato tramite ripescaggio. Cinque anni dopo, il 5 aprile 2006, una rete di Vinci abbatté il Monterosso e, ponendo fine ad un avvincente duello col Virtus Ispica, riportò il Noto in Promozione. Nelle successive due stagioni il sodalizio granata, passato nelle mani di Corrado Bonfanti, sfiorò ai play-off la promozione in Eccellenza.
In tandem con Giovanni Musso, per la stagione 2008-2009 Bonfanti portò a Noto il navigato direttore sportivo Cesare Sorbo e il tecnico siracusano Giancarlo Betta, insieme a diversi calciatori d’esperienza. Dopo un iniziale tentennamento, l'impressionante ruolino di marcia tenuto da capitan Nastasi e compagni portò alla conquista della promozione diretta in Eccellenza. La vittoria della Coppa Sicilia nella finalissima col Campobello di Licata pose il sigillo su una stagione vincente.
Con l’obiettivo del ritorno in Serie D, la stagione 2009-2010 assunse sempre più le forme di un duello tutto granata con l’Acireale: forti di sette punti di vantaggio la spuntarono gli etnei, con Montalto e compagni che passarono per la lotteria dei play-off fino alla sconfitta nella finalissima di Trani. Il 5 agosto 2010 il sodalizio granata si vide accolta la domanda di ripescaggio: dopo quarant’anni il Noto tornava in Serie D.

Play-off: Noto - Fortis Trani 1-1, finale d'andata. Foto di Salvatore La Marca

Gli anni Duemiladieci. Apoteosi e fine dell'U.S.D. Noto Calcio

Il Noto debutta al "Palatucci". Foto di Salvatore La Marca

Il 5 settembre 2010, ad Eboli, la compagine netina debuttò nell’allora quinta serie nazionale. Il 12 settembre successivo la bella vittoria sui campani del Sapri (3-2) inaugurò il nuovo Stadio “Giovanni Palatucci”. Ad un girone d’andata da matricola terribile ne seguì uno di ritorno disastroso, che costò la panchina a Giancarlo Betta. La squadra, affidata al marsalese Angelo Galfano, complice anche una pesante penalizzazione si salvò solo attraverso i play-out, vinti ai danni della Rossanese.
Relativamente più tranquilla fu la stagione seguente, mentre quello del 2012-2013 fu un campionato dai due volti: un Noto ultimissimo in classifica al termine del girone d’andata venne stravolto dal ritorno di Betta in panchina e dall’importante campagna acquisti svolta dai nuovi direttori sportivi Ciccarone e Strianese, e nel girone di ritorno fece più punti della capolista Messina, salvandosi senza passare per i play-out.
Cominciata con le dimissioni di Musso, la stagione 2013-2014 fu all’insegna di una crisi societaria che a metà campionato intaccò quanto di buono fatto sul campo: il 23 dicembre 2013 un Noto ormai allo sbando si presentò ad Agrigento con la formazione juniores, alla quale i locali dell'Akragas rifilarono sette reti. Riallestita in fretta e furia la squadra, Strianese e Betta riuscirono a raggiungere in anticipo un’agognata salvezza. La crisi perdurò per le due stagioni successive: nel 2015 i granata salvarono la Serie D passando per i play-out, mentre la stagione 2015-2016, relativamente più tranquilla sul campo (i granata allenati da Cacciola conclusero in dodicesima posizione), culminò con la rinuncia a quella che nel frattempo era diventata la quarta serie nazionale.
Nell’agosto 2016 l’imprenditore priolese Salvatore Limer rilevò il sodalizio granata, usufruendo dell’ex lodo Petrucci per iscriverlo al campionato di Prima Categoria. Qui l’U.S.D. Noto Calcio disputò le ultime tre stagioni della sua storia: vertenze e debiti contratti durante gli ultimi anni della Serie D resero la situazione economica nuovamente insostenibile, causando la mancata iscrizione della squadra alla stagione 2019/2020.

La formazione netina nello storico incontro col Siracusa. Foto di Salvatore La Marca

Il Noto Football Club

Formazione e dirigenza della nuova squadra netina nel 2022. Foto di Salvatore La Marca
Nell’Ottobre 2021, dopo due anni di inattività, viene fondato un nuovo club che eredita la tradizione calcistica netina, il Noto Football Club 2021, che riparte dalla Terza Categoria e dopo un anno è ai nastri di partenza della Seconda Categoria, sfumata sul campo e ottenuta tramite ripescaggio. Un altro ripescaggio consente alla nuova compagine granata di proseguire la sua scalata, approdando nel campionato di Prima Categoria.

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